“L’unione fa la forza”: cosa significa e quando si usa il termine?

La cosa più bella che si leggono e si trovano nei libri, oltre ad affezionarsi ai personaggi e protagonisti della storia che si sta leggendo, curiosità sui posti se un racconto è ambientato nella realtà anziché nella fantasia, sono le citazioni. Molte di esse si possono usare anche nella vita di tutti i giorni per incitare qualcuno durante il lavoro, un periodo brutto oppure anche a scuola per far portare buon umore ai ragazzi. Una di esse che si usa maggiormente è “L’unione fa la forza“, anche se non è proprio scritto, lo si capisce dalle scelte che fanno delle persone che unendo le proprie forze ed energie diventano una cosa sola, un gruppo.

Cosa significa?

Per molte persone questa può essere classificata come “frase fatta”, cioè una frase detta senza emozione, per invogliare le persone a muoversi o a fare qualcosa, anche studiare, cose che da soli è pressoché impossibile e difficile fare da soli. Ma se due o più persone che hanno un lavoro e un obbiettivo in comune si uniscono e lavorano insieme tutto sembra più facile e si è più incitati a continuare sia a lavorare che a studiare. Anche se a volte questa frase non viene detta ogni volta, la si vede poco più tardi nell’unione e nei risultati che alla fine si ottengono lavorando tutti insieme e dove ognuno riesce a mettere qualcosa di suo nel progetto.

Quando si usa?

Questa bella ed emozionante citazione la si usa molte volte durante una realizzazione di un progetto difficile ma a cui non si deve, e soprattutto non si può, rinunciare dato che molte volte c’è di mezzo la carriera lavorativa. Anche a scuola si può dire questo proverbio ai ragazzi per spingerli in modo positivo a lavorare insieme, a collaborare per una ricerca collettiva. Prima dell’eliminazione dell’esame della quinta elementare, molti maestri creavano dei gruppi di alunni per farli studiare insieme e creare quella che oggi è chiamata tesina. Se il gruppo in cui si lavora dà un’opportunità a tutti di dire la propria ed è molto compatto, il lavoro risulterà più facile e il benessere sarà condiviso da tutti quanti. Soprattutto anche il numero di persone dev’essere limitato. Il gruppo dev’essere superiore a tre persone fino a un massimo di trenta, questo perché ognuno deve relazionarsi con tutti, ma se l’ambiente è lavorativo e non scolastico, raramente escono fuori i ruoli con cui sono famosi i gruppi. Ma la cosa più importante è che ci sia sempre un leader che controlla, gestisce, guida e aiuta il gruppo a lavorare più serenamente e a spartirsi i compiti.

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